Le abitudini dei consumatori sembrano essere completamente cambiate dopo due mesi di quarantena forzata a causa delle restrizioni necessarie per tutelare la nostra salute. Alcune di queste nuove abitudini sembrano destinate a rimanere.
A confermarlo diversi studi provenienti dagli USA e dall’Italia confermano come l’acquisto online abbia avuto un vero e proprio boom, con a volte richieste così alte da non poter essere soddisfatte in toto. Uno scenario inedito in cui la domanda di consegne a domicilio e prodotti online sembra non trovare abbastanza offerta. Basti pensare che secondo uno studio di Prometeia diffuso dal Corriere della Sera, l’intero settore alimentare, comprendente il pet food, ha avuto una crescita del +6,5% in un mese.
In quanti sono passati alla consegna a domicilio?
Purtroppo non abbiamo al momento un dato concreto valido su tutto il territorio nazionale, ma possiamo confermarvi che circa il 92% dei nostri rivenditori e distributori si è già adeguato alla nuova realtà. Vi invitiamo in tal senso a rileggere l’esperienza di uno dei rivenditori che è riuscito ad adeguarsi in fretta con ottimi risultati
Cosa succederà dopo?
Solo negli USA la crescita degli acquisti online di pet food ha visto un incredibile +17% già tra la fine di marzo e i primi di aprile. A fronte di questa enorme richiesta iniziale si guarda con attenzione a cosa potrebbe comportare la rincorsa a fare scorte dopo la fase iniziale. Stando al sondaggio proposto ai pet owner americani, il 64% pensa di avere scorte per circa 3/4 settimane. Passato questo periodo, occorrerà farsi trovare pronti nel gestire la domanda in arrivo. Sul totale di acquirenti, pare che solo il 26% sia disposto a provare prodotti diversi rispetto al passato, di contro però la richiesta di maggiori informazioni su ingredienti funzionali, valori nutrizionali e trasparenza da parte dei produttori di pet food, sia richiesta da più del 76% degli acquirenti. Il brand da solo, basta sempre meno.
Chi guida il cambiamento di abitudini?
Poche sorprese da questo punto di vista. Sono le donne le principali acquirenti di cibo per cani e gatti e sono proprio loro a richiedere maggiore flessibilità nella vendita a domicilio. Come facilmente intuibile, la fascia di età che va dai 60 anni in su è davvero preoccupato rispetto ai rischi del Covid-19. Considerando che l’età media della popolazione italiana si aggira sui 43 anni circa, occorre tenerne conto.
Fedeltà ai brand, catena di approvvigionamento, e-commerce. Ecco cosa sta cambiando
Alcune tendenze di mercato erano già in moto dalla fine del 2019, ovviamente con la pandemia mondiale certe abitudini dei consumatori hanno visto un’ulteriore accelerazione. Generalmente, solo la cosiddetta Generazione Z, i neo maggiorenni, fanno davvero poca attenzione al brand ma a causa della pandemia l’atto materiale dell’acquisto online viene materialmente svolto spesso proprio dai giovani che hanno più dimestichezza con gli strumenti digitali. Come specificato in precedenza, la fedeltà al brand è importante soltanto per il 30% degli acquirenti (per alcune fasce di età si arriva al 40%, ma non di più). Da una ricerca condotta da AlixPartners chi ha provato un nuovo prodotto in questo periodo nel 25% dei casi torna ad acquistarlo, con una netta prevalenza per prodotti “locali” (+45%). In tutto il settore legato all’agro-alimentare, i prodotti “Made in Italy” vengono cercati con maggiore insistenza, come sinonimo di genuinità.
Chi aveva un sistema di e-commerce per la vendita dei prodotti pet food ha registrato un +77,8% nelle vendite (quasi il 52% con un dato a doppia cifra), un dato ancora più impressionante perché proviene da un mercato digitalmente “maturo” come quello americano. In Italia infatti le cifre potrebbero essere molto più alte, in proporzione. Tutte le ricerche indicano come tutti i pet owner facciano almeno una ricerca online prima di entrare in uno store fisico e in generale, chi applica una strategia di marketing mix ottieni risultati migliori.