Il tema sul grain-free si è acceso nel mondo del pet food dal 2018, ma da sempre abbiamo preferito fare una scelta di campo: mettere al primo posto il benessere del cane e del gatto piuttosto che cedere alle tendenze dettate da ragionamenti legati al profitto ad ogni costo. I nostri pet guardano al proprio padrone come garante e custode della propria vita ed è necessario che chi propone cibo dedicato a loro, debba sempre offrire la soluzione migliore per garantire la loro crescita, il loro sviluppo e il loro benessere.
In quanto membri Assalco, l’associazione di categoria nazionale che raggruppa le aziende del pet food italiano, abbiamo recepito le direttive provenienti dalla Fediaf, l’associazione di categoria europea che ha stabilito un manuale di buone pratiche di produzione, mirate al benessere dei pet in Europa.
I benefici di una dieta variegata
E’ innegabile però che così come l’essere umano non nutrendosi più da tempo solo di carne abbia progressivamente allungato la propria vita anche grazie ad un’alimentazione più completa e variegata, anche su cani e gatti si sta registrando un allungamento della loro vita media grazie ad una alimentazione più ricca e variegata.
Nei prodotti grain-free per mantenere quindi un giusto apporto di proteine e carboidrati, i cereali vengono solitamente sostituiti tra gli altri ingredienti, con piselli e patate. Questi ingredienti non risultano dannosi per i nostri amici a quattro zampe ma a quanto pare possono essere pericolosi se ingeriti in quantità eccessive, come accade con l’utilizzo di cibo secco senza cereali.
I prodotti grain-free mettono a rischio i cuori dei cani?
Si dibatte da molto tempo sulla possibilità o meno di inserire cereali nelle diete per cani e gatti, adducendo come argomento principale la presunta autenticità della dieta scarsa di cereali praticata dai nostri amati pet allo stato naturale. I prodotti grain-free possano mettere a rischio i cuori dei cani? È la domanda che si è posta il principale organo di controllo sugli alimenti negli Stati Uniti, la Food&Drug Administration (FDA) nel 2018. Da giugno 2019 iniziano ad arrivare le prime risposte.
A far partire l’indagine ancora in corso è stata la segnalazione di ben 560 cani affetti da cardiomiopatia dilatativa e persino di 14 gatti con in comune un elemento evidente: il cibo secco che mangiavano e in particolare, prodotti grain-free.
È possibile che qualcosa negli alimenti BEG inibisca il modo in cui il corpo usa o assorbe gli aminoacidi, ha affermato il dott. William Tyrrell, cardiologo del CVCA Cardiac Care for Pets in Virginia coinvolto nell’indagine
La ricerca in tal senso non si è ancora conclusa e siamo ancora in attesa di una risposta definitiva sulla questione, nonostante le prime indagini pubblicate a più riprese dai vari organi di controllo e dalla stampa, non ultima l’indagine relativa ad eventuali predisposizioni genetiche per determinate razze di cane a cardiomiopatie dilatative in caso di uso di prodotti grain free.
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