Cani e gatti, sono contagiosi? Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità non ci sono sufficienti prove e mentre Marco Melosi, presidente dell’Associazione medici veterinari italiani (Anmvi) smentisce la Protezione Civile sull’aumento di abbandoni, è necessario spiegare in che modo i nostri amati pet sono dei validi alleati durante questo periodo di crisi causato dal Covid-19.
precisazioni a riguardo:
COVID-19 e animali da compagnia: cosa sappiamo?
“Non pensiamo che gli animali siano un vettore, né che l’uomo lo sia per loro. […] Gli animali non sono un serbatoio, semmai sono vittime”. Lo hanno dichiarato la responsabile dell’unità malattie emergenti dell’OMS Maria Van Kerkhove, e Michael Ryan, a capo del Programma di emergenze sanitarie dell’OMS, nel corso di una conferenza stampa sul coronavirus il 5 marzo scorso, presso la sede dell’OMS a Ginevra.
Ad oggi, non ci sono evidenze che gli animali da compagnia possano diffondere la malattia, pertanto non esiste alcuna giustificazione per l’adozione di misure tali da comprometterne il benessere. Sono necessari ulteriori studi per capire se e come gli animali possano essere colpiti dal virus SARS-CoV-2, responsabile di COVID-19 nell’uomo.
Ma ho letto di un cane positivo a Hong Kong…
I servizi veterinari nazionali di Hong Kong hanno riferito ufficialmente all’OIE che un cane era risultato positivo al virus a seguito di una stretta esposizione ai suoi proprietari, che erano malati di COVID-19. Gli esami biomolecolari hanno mostrato la presenza in tracce di materiale genetico di SARS-CoV-2 nel tampone effettuato al cane, anziano, che non mostrava alcun segno clinico della malattia. Il soggetto è stato tenuto in quarantena in attesa di ricontrollarlo fino a negativizzazione. Il cane è successivamente stato esaminato sierologicamente per valutare la comparsa di anticorpi, con esito ad oggi negativo (fonte: proMED-mail, 12 marzo 2020).
Gli animali di varie specie possono trasmettere SARS-CoV-2 alle persone?
La via di trasmissione predominante di COVID-19 risulta essere da uomo a uomo. Le prove attuali suggeriscono che il virus ha un’origine animale ancora non del tutto chiarita. Le indagini in corso sono importanti per identificare la fonte animale e stabilire il ruolo potenziale di un serbatoio animale in questa malattia. Ad oggi non ci sono prove scientifiche sufficienti per identificare quella fonte o spiegare la via di trasmissione da una fonte animale all’uomo.
I dati di sequenza genetica rivelano che il virus SARS-CoV-2 è strettamente correlato ad altri coronavirus identificati nelle popolazioni di pipistrelli Rhinolophus. Esiste la possibilità che la trasmissione agli umani abbia coinvolto anche un ospite intermedio, e su questo ci sono ricerche in corso.
Il virus può permanere sul pelo degli animali?
Il rischio di persistenza sul pelo non è superiore a quello di altre superfici, quindi massimo 72 ore (https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2020.03.09.20033217v2).
È meglio evitare il contatto con animali da compagnia in caso di infezione da Covid-19?
Anche se non è ancora chiaro se i nostri animali possano ammalarsi di COVID-19, in caso di infezione è meglio limitare i contatti al minimo indispensabile, esattamente come si deve fare per gli altri membri della propria famiglia e come è consigliabile fare in caso di qualsiasi forma di malattia. È sempre raccomandabile mantenere un alto livello di igiene, lavandosi sempre le mani prima e dopo aver toccato il nostro animale domestico.
Se il mio animale è stato a contatto con una persona malata può diffondere l’infezione?
Attualmente non ci sono evidenze di malattia da SARS-CoV-2 negli animali domestici, né tantomeno della possibilità che questi possano diffondere l’infezione. Tuttavia, adottando il principio di precauzione, se l’animale è venuto a contatto con una persona infetta è meglio evitare di metterlo a contatto con altre persone, specie se di fasce a rischio.
Ha senso richiedere un test per coronavirus felino o canino per valutare se i nostri animali sono sani?
No, poiché i coronavirus che infettano i nostri animali sono molto diversi dal SARS-CoV-2. Esistono infatti moltissimi coronavirus in grado di infettare l’uomo e gli animali domestici, che non hanno nulla a che fare con l’epidemia di COVID-19. Poiché il test effettuato su cani e gatti è specifico per i coronavirus felini o canini, il risultato del test non darebbe alcuna informazione relativamente all’infezione da SARS-CoV-2.
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Per evitare che a pagare per la paura diffusa del contagio fossero i nostri più vicini amici a quattro zampe, la Croce Rossa Italiana lancia l’iniziativa “Noi non siamo contagiosi”, sostenuta anche dall’Ordine dei Medici Veterinari di Roma e sostenuta da varie celebrità, tra cui Lino Banfi, Enzo Salvi, Alda D’Eusanio e tanti altri.
Se la famiglia è sana il cane può essere portato a fare una regolare passeggiata, utile a svolgere anche i suoi bisogni fisiologici, purché questo non diventi motivo di assembramento con altre persone.
La gestione di un animale implica un comportamento responsabile anche nel rapporto con il veterinario, che sarà bene contattare prima piuttosto che recarsi direttamente in ambulatorio se non esiste una reale emergenza, che solo il medico potrà valutare dagli elementi riportati telefonicamente. E’ altresì determinante che l’umano non nasconda eventuali sintomi di un sospetto contagio per paura di lasciare solo l’animale, poiché basterà contattare le Autorità competenti che si preoccuperanno di gestire il pet.
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