La toxoplasmosi nei gatti solitamente è una malattia asintomatica: possono quindi essere infetti senza sviluppare la malattia. I sintomi possono essere confusi con altre patologie (febbre, inappetenza, dimagrimento).
La causa della toxoplasmosi nei gatti
Il responsabile di questa particolare malattia è il toxoplasma gondii, un parassita che si sviluppa all’interno dei tessuti muscolari, nervosi e intestinali del gatto che può infettarsi consumando alcune prede durante una caccia (uccelli e piccoli roditori) se queste sono infettate; il toxoplasma si moltiplica quindi nell’intestino del gatto, producendo un gran numero di oocisti (forme di replicazione) che vengono emesse con le feci.
Come scoprire la malattia e come curarla
Il modo più sicuro e veloce per capire la presenza della malattia passa dall’esame delle feci del gatto e altri esami di laboratorio, prenotabili ed effettuabili attraverso il tuo veterinario di fiducia. Solitamente viene consigliata una terapia a base di clindamicina per 30 giorni.
Come possono contrarre la malattia e i felini più esposti
La malattia ha sempre esito favorevole, diventa pericolosa solo se associata ad altre affezioni (FIV o FeLV) perché ne aggrava di molto i sintomi. Il toxoplasma sopravvive all’interno di vari animali tra cui tutti i mammiferi, uomo compreso. Il gatto è l’unico ospite definitivo cioè l’unico in cui i parassiti si riproducono. Il gatto può infettarsi quando si nutre di roditori e uccelli contaminati o ingerendo carne cruda, ecco perché è importante avere una dieta equilibrata anche per i pelosetti più avventurieri
Gli effetti della toxoplasmosi sull’uomo
Le persone possono contrarre questo parassita in due modi: ingerendo le oocisti emesse con le feci dai gatti infetti (consumando verdure lavate male, raccolte dove il gatto ha defecato), oppure mangiando carni poco cotte di animali contaminati (carne di maiale o di pecora). Nell’uomo la toxoplasmosi non dà sintomi o comunque molto lievi che portano allo sviluppo anticorpi protettivi.
L’infezione è invece pericolosa se contratta durante la gravidanza. Infatti, se una donna incinta sieronegativa (ovvero che non ha mai avuto contatto con il parassita) viene infettata, può trasmettere il toxoplasma al feto (nel 30-50% dei casi) e può causare l’aborto. Se invece positive alla toxoplasmoi, sono protette perché hanno già gli anticorpi e non hanno nulla da temere. In caso di sieronegativa al parassita, è necessario adottare alcuni accorgimenti e regole igieniche per evitare di venirne a contatto.
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